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LIMBO

Il signore dall’aspetto maturo tiene lo sguardo basso sullo schermo del cellulare.

Michele osserva la giovane ragazza dallo specchietto, lei se ne accorge e accenna un sorriso.

 

La ragazza ed il signore si allontanano. Michele che tira fuori dal taschino la fialetta di amuchina e si pulisce le mani mentre entra nuovamente in auto.
Sistemando lo specchietto retrovisore nota che l’uomo ha lasciato il cellulare sul sedile posteriore. Sul retro del telefono c’è un piccolo sticker con questa immagine: “La voragine dell’Inferno” di Botticelli.

 

Inizia così quella che, Michele non immagina, sarà una delle notti più assurde della sua vita. In fondo non deve fare altro che entrare nel locale e restituire il cellulare, ma il “Limbo” non è un locale qualunque.

 

“Noi non siamo come tutti gli altri, Michele”, sussurra Caronte.

Una seconda porta per evadere, ma evadere da cosa?

 

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