TU
NON SAI
LE COLLINE
Il silenzio e l’innaturale immobilità causati dalla pandemia hanno funzionato intorno come l’atmosfera sospesa in una stanza bianca, completamente vuota. Il silenzio ha fatto sì che anche il suono flebile delle nostre emozioni riecheggiasse intorno. Siamo così impegnati a fare nella vita di tutti i giorni, a correre di qua e di là, riempiendo forsennatamente le giornate, quasi come se avessimo paura di perderci qualcosa. E se qualcosa in effetti intanto la stessimo perdendo? Se ci stessimo dimenticando quello che sta sotto l’intera mole di momenti gettati uno sopra l’altro?
C’è il Noi Bambino che correva libero in mezzo al prato, che giocava con la terra incurante delle mani e le braccia sporche, che la sera prima di andare a letto si cullava al suono della storia raccontata nella voce della nonna.
E se i piccoli gesti, le piccole cose che però sono la linfa vitale delle nostre radici, venissero dimenticate? Quali punti di riferimento resterebbero davvero?
Quante cose importanti e semplici facciamo fatica ad esprimere. Come trasmettere ad esempio il nostro amore, che c’è ed è forte, nei confronti delle persone che ci sono vicine. Viviamo in un mondo in cui le possibilità di comunicare sono ormai enormi ed illimitati sono i mezzi per farlo, tanto che poi finisci per dare per scontato un “ti voglio bene”, un “mi dispiace” o un “grazie”.
Siamo Alex e la sua paura, siamo la sua disperazione, e siamo Monica e la sua impotenza.
Siamo anche l’ombra del padre che è scappato sottraendosi alle difficoltà. Ma siamo (o vorremmo essere) anche Elena e la sua voglia di amare ed essere amata. Siamo Davide, che non potrà mai morire completamente. Non c’è giudizio, non c’è colpevole o vittima, solo voglia di verità.
S I N O S S I
C’è una casa isolata in mezzo alle colline. In questa casa abita una famiglia.
La storia narra di un legame profondo e senza tempo, l’amore assoluto di due fratelli: Alex, un giovane ragazzo di 18 anni, e Davide, il fratellino di 10 anni. Una trama di sentimenti taciuti e il dolore per l’assenza di un padre, porteranno ad un tragico incidente che spezzerà questo legame: Davide muore affogato in un fiume.
La nostra è la storia di Alex che, diventato uomo, vive una vita non vita, una vita che si è fermata là dove si è consumato il dramma, all’insegna della rabbia, il dolore ed il senso di colpa. Alex è scappato, cercando di dimenticare si confonde nella nebbia di un anonima città. Ma il passato non si cancella.
E’ possibile tornare indietro?
No. Ma è possibile perdonare e perdonarsi, riallacciando legami apparentemente perduti.
In fondo Davide ancora vive, lì, nel tempo indefinito di un’apnea.
scritto da Anna Cecilia Tamburini
diretto da Alessia Campanotto
produttori esecutivi: Giulio Dimitri Azzellino, Luca Damiani
direttore della fotografia : Justin Bisson Beck
sound designer, Folley Artist, Main field recordist: Lorenzo Di Tria
make up artist, FX make up artist: Martina Scotucci, Michela Ferrari
costumi: Irene Alvarez Sarmiento
con Giulio Brizzi, Ivan Castiglione, Giusi Lo Schiavo, Edoardo Giardini,
Marina Cappellini